Lupo: risolvere invece di polarizzare
In entrambi i casi, la base legale si trova nell’Ordinanza federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici (OPC), che consentono l’abbattimento in caso sussista un pericolo per le persone.
Le associazioni di protezione della natura sono pienamente d’accordo sul fatto che la sicurezza delle persone debba rimanere una priorità assoluta anche nel contesto della coesistenza con i grandi predatori. I lupi che presentano comportamenti anomali e potenzialmente pericolosi, così come quelli che oltrepassano le soglie di danno definite dalla legge di protezione, devono essere abbattuti rapidamente.
Due casi diversi
È però importante sottolineare che le situazioni che hanno portato all’emanazione dei due ordini di abbattimento sono molto diverse tra loro.
• Nel caso di Arosio, un lupo, in pieno giorno, ha assunto un atteggiamento chiaramente minaccioso nei confronti di una persona all’interno di un giardino privato.
• Ad Artore, invece, il canide ha sì predato animali non protetti nelle vicinanze dell’abitato, ma non è mai stato avvistato direttamente da alcun residente e non esistono prove di una sua frequente presenza in zona, né di comportamenti che abbiano minacciato l’incolumità della popolazione.
Per il caso di Arosio, le associazioni ritengono la decisione di abbattimento giustificata. Al contrario, l’ordine di tiro per il lupo di Artore appare delicato dal punto di vista legale e problematico dal punto di vista comunicativo. È importante distinguere i casi, senza mai sminuire le paure delle persone e le reali conflitti create da questo predatore.
Tuttavia, un ordine di abbattimento per un animale che non si è dimostrato pericoloso risulta controproducente perché gonfia le paure attraverso la presunzione di un pericolo laddove esso non esiste.
La paura va compresa, non alimentata
Nella stragrande maggioranza dei casi i lupi non sono pericolosi per l'uomo e gli incidenti con essi continuano ad essere eventi molto rari.
WWF e Pro Natura riconoscono che le paure, in particolare quelle legate al lupo, hanno radici profonde nella nostra psiche e reputano che esse debbano essere accolte, comprese e affrontate in modo costruttivo.
Il tema del lupo è troppo spesso estremamente polarizzato, creando discussioni accese e una crescente tensione tra le esigenze degli allevatori, le preoccupazioni dei cittadini e il ruolo delle associazioni di protezione dell’ambiente, rendendo difficile trovare un terreno di intesa.
Il lupo come presenza consolidata
Il lupo è ormai una realtà consolidata, con tutte le problematiche e le percezioni che porta con sé. Nelle nostre regioni, le aree urbane sono spesso immerse in boschi e paesaggi naturali, e la presenza occasionale di animali selvatici nei pressi delle case non è un evento raro. Non è realistico né auspicabile abbattere ogni lupo che si avvicina a un centro abitato.
Per rispondere in modo efficace alle preoccupazioni della popolazione — cittadini e allevatori compresi — è necessaria una strategia chiara che unisca un’ampia attività di informazione e prevenzione a interventi mirati, sensati e proporzionati alle reali situazioni di rischio. In altre parole, è necessario che le persone conoscano bene il lupo e che le autorità non prendano decisioni dettate dall’emotività o dalla politica.
Invito al dialogo
WWF e Pro Natura ritengono che non tutte le divergenze debbano essere risolte in aule di tribunale. Questa posizione vuole essere un invito a favorire un confronto costruttivo, basato su ascolto reciproco, analisi obiettiva e volontà di imparare insieme ad affrontare la sfida della convivenza con il lupo, nel rispetto degli obblighi di legge relativi alla tutela delle specie.