22.02.2002

Dragaggio del Ticino, un grave errore

Pro Natura, WWF e Ficedula impugnano l'autorizzazione del Governo.
Tre associazioni ambientaliste cantonali e nazionali hanno presentato ricorso contro l'autorizzazione del dragaggio della foce del Ticino rilasciata dal Consiglio di Stato al Silos Ticino. Il dragaggio ostacola lo sviluppo naturale del delta, indispensabile per la tutela delle Bolle e viola palesemente la legge. Smentisce inoltre clamorosamente la decisione presa dal Consiglio di Stato nel 1978, ma mai realizzata, di allontanare gli impianti industriali dalle Bolle.

Le tre associazioni sono Pro Natura Ticino, il WWF della Svizzera italiana e la Ficedula, Società Pro Avifauna della Svizzera italiana, affiancate dalle associazioni mantello nazionali. In un comunicato congiunto esse ribadiscono l'importanza fondamentale del dinamismo alluvionale per la tutela e lo sviluppo naturale delle Bolle di Magadino. Nel 1995 oltre 100 personalità del mondo scientifico europeo avevano chiesto, con una petizione al Consiglio di Stato, di ricostituire integralmente tale dinamismo. Concedendo lo scavo per permettere il transito ai barconi del Silos Ticino, il Governo fa invece esattamente il contrario. Infatti, come rilevano le associazioni, il dragaggio impedisce proprio l'avanzamento e quindi il ringiovanimento del delta, confrontato da ormai cinquant'ani a un processo d'invecchiamento naturale che si conclude con l'avvento del bosco. In mancanza del dinamismo deltizio naturale il Cantone e la Confederazione sono oggi costretti a frenare il processo d'invecchiamento, con uno sforzo non indifferente, attraverso le misure ricorrenti di cura naturalistica. La sorveglianza scientifica delle Bolle mostra tuttavia chiaramente che tali misure, per quanto importanti siano, non possono più bastare a mantenere il valore delle Bolle, che è pur sempre la riserva naturale principale del Cantone, e che il dinamismo naturale del fiume non deve in alcun modo essere frenato. La presenza di affioramenti di sabbia nuda alla foce, è indispensabile per la sosta di numerose specie d'uccelli nella loro migrazione primaverile verso l'Europa settentrionale. La potenzialità del fiume Ticino per una loro formazione è ancor oggi pressoché intatta: nemmeno un decimo del bacino imbrifero del fiume a monte del Verbano è infatti chiuso da sbarramenti idrici per cui l'apporto di materiale solido, in media circa 200 mila metri cubi all'anno, permette tuttora, se si evita il dannoso dragaggio, la neoformazione deltizia.

Comunicato di stampa congiunto:
- Pro Natura Ticino
- WWF Svizzera italiana
- Ficedula, Società Pro Avifauna della Svizzera italiana